il cervino, l’italiano più impegnativo

Il Cervino per noi rappresenta un po’ l’inizio della nostra avventura da scalatori. Essendo in Italia, è stato uno dei primi monti che abbiamo deciso di scalare e a tratti ci ha lasciato davvero senza fiato: è una scalata incredibilmente impegnativa e noi probabilmente l’avevamo presa con troppa leggerezza. Ci abbiamo infatti messo ben due giorni in più del previsto proprio perché non eravamo ancora degli esperti e l’avevamo considerata alla nostra portata.

Ecco alcune informazioni che vi saranno utili se volete provare a scalare il Monte Cervino.

LE DUE VIE PER SCALARE IL CERVINO

Il Monte Cervino è una delle cime più famose delle Alpi e si trova tra Italia e Svizzera. Ci sono due itinerari principali per scalarlo, uno dalla parte italiana e uno dalla parte svizzera. Noi abbiamo scelto il secondo ma abbiamo raccolto un po’ di informazioni anche sul primo itinerario, che vi condividiamo in questo articolo (certo, se qualcuno di voi lo ha provato e vuole lasciarci il suo commento, di sicuro sarà più dettagliato quindi è il benvenuto).

In ogni caso, la premessa è che per scalare il Cervino servono una preparazione fisica ottima e una buona esperienza in fatto di scalate.

Cresta dell’Hornli: la via normale svizzera

La Cresta dell’Hornli è la via svizzera ed è considerata più semplice. Il terreno tecnico è prevalentemente di roccia, mentre nella parte finale troverete ghiaccio. Di solito si effettua la scalata in due tappe.

  • Da Zermatt si raggiunge lo Schwarzsee (Lago Nero 2.584 m). Ovviamente noi ci siamo arrivati tramite un sentiero ma è disponibile anche una ovovia. Il sentiero richiede circa 3 ore di cammino e presenta diversi tornanti, passerelle e scalette su una parete rocciosa molto ripida.
  • La seconda tappa va dalla Hörnlihütte alla vetta del Cervino (4.478 m). Questa è stata senza dubbio la parte più impegnativa perché molto lunga (richiede circa 10 ore di cammino anche a chi è ben allenato, noi ci abbiamo messo quasi il doppio) e soprattutto perché richiede l’utilizzo di corde fisse per scalare pendii e muri di roccia praticamente verticali. Sarà una piacevole sorpresa scorgere la statua di San Bernardo, protettore degli alpinisti!

Cresta del Leone: la via normale italiana

Come dicevamo, la parte italiana è la più complessa nonostante il dislivello sia inferiore. Ci si muove su un terreno altamente tecnico, che richiede velocità e prontezza di riflessi.

Le tappe che vi aspettano in questo caso sono 3.

  • Da Breuil-Cervinia (2012 m) al Rifugio Duca degli Abruzzi (2.802 m). Questa prima parte sembra essere molto semplice, praticamente una passeggiata di due-tre ore, con passaggio dalla Chiesetta degli Alpini con la grande croce in ricordo di Papa Giovanni Paolo II. Si incontra anche una bella cascata.
  • Dal Rifugio Duca degli Abruzzi al Rifugio Jean-Antoine Carrel (3.830 m). Qui le cose cominciano a farsi più serie. La prima parte è ancora di tipo escursionistico ma, una volta raggiunga la Testa del Leone, inizia la vera arrampicata. Per questo tratto avrete bisogno di un po’ di allenamento.
  • Dal Rifugio Jean-Antoine Carrel alla vetta (4.476 m). L’ultima tappa è senza dubbio la più impegnativa, la vera e propria scalata al Cervino. Sarete agevolati dalla presenza di corde fisse e corde metalliche ma attenzione agli strapiombi. In particolare, la Scala Jordan che si trova sopra una placca strapiombante molto esposta, alta circa 10 metri, che in caso di vento e maltempo può rivelarsi davvero pericolosa.

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